La chiesa di San Giovanni Battista di Quarto sorse come succursale della pieve battesimale di San Siro di Nervi, di cui si hanno notizie nel 1040. Nel 1143 il vescovo Siro Porcello elevò le chiese Suffraganee della pieve di Nervi in pievi in cui poteva essere amministrato il battesimo. In questa data dunque la chiesa di San Giovanni Battista diventa parrocchia autonoma e questa è la prova documentale che esisteva già da prima. Subito dopo, nel1148, è nominata in un atto relativo alle decime sugli ulivi, segno che i terreni attorno ad essa erano coltivati e in un atto del 1182 può beneficiare di lasciti testamentari di Sibilla da Vergogno a favore delle chiese di Quarto e Quinto.
Gli antichi borghi che costituivano la parrocchia erano Priaruggia, abitata in maggioranza da pescatori, Pontevecchio e Castagna, abitati invece da popolazioni rurali che si dedicavano alla coltura dell’ulivo, della vite e di orti. In origine la chiesa di Quarto era dunque allineata sulla direttrice di quelle rivierasche di San Siro, San Pietro di Quinto, Santa Maria della Castagna, l’Annunziata di Sturla, sorta però nel 1434, essendo chiesa più antica l’attuale oratorio dei Santi Nazario e Celso da poco riscoperto e restaurato. San Gerolamo sorse in modo autonomo nel 1383, essendo stato fondato da Alfondo Pecha, confessore di Santa Brigida di Svezia e vescovo di Guadalajara, caduto ammalato a Quarto mentre accompagnava la Regina in pellegrinaggio a Roma.
La posizione strategica in funzione viaria di queste chiese è testimoniata ancora oggi dall’antico percorso della via Romana di Quarto e dai resti di mulattiere-antiche strade del sale-dirette dalla costa al monte Fasce per scendere in val Bisagno. L’antico percorso è anche testimoniato dall’ospedale di San Giacomo dei pellegrini, già esistente nel 1386 nella borgata di Pontevecchio.
Se ne conserva il grande arco di accesso e il piccolo campanile (costruito in tempi successivi).
La chiesa di San Giovanni Battista subì nel tempo molte modificazioni. In origine aveva la forma delle pievi rurali del medioevo: la facciata a capanna, il rosone centrale, piccole finestre a strombo sui fianchi. Nel 1629 un incendio la devastò e il restauro ne alterò completamente le linee originarie: l’abside fu allungata, la facciata rifatta per un terzo e alzata oltre la cornice degli archetti pensili, il rosone fu sostituito da tre finestre.Altro restauro fu compiuto nel 1892. Non se ne conosce la consistenza, ma è probabile che risalga a quell’epoca il nuovo portale con l’immagine di San Giovanni Battista affrescata nella lunetta e la demolizione della fiancata a lato mare. I conci regolari in pietra furono probabilmente impiegati nella costruzione della casa canonica e del campanile. Si è conservata invece parte della muratura in conci calcarei e le strette monofore del fianco sinistro (oggi tamponate), affacciate sul campetto G.Mora che lasciano capire come in origine la chiesa avesse il carattere delle chiese romaniche campestri. Sulla facciata si vedono alcune interessanti epigrafi scolpite, tra le quali una del sepolcro di Andrea Carbone del 1292 con gli scudi nobiliari al fianco scalpellati dopo il 1797 e un’altra, in basso a sinistra del portale di Gandolfo di Barbarolia del 1365 in caratteri gotici. L’architrave del portale è un calco di quello trasferito nel 1935 sulla facciata di San Gerolamo di Quarto, dov’era in origine. Vi sono incisi i nomi di San Gerolamo e di San Benedetto, raffigurati entro le volute laterali, mentre al centro si vedono i tre monti sormontati da ulivi, simbolo dei frati olivetani. L’epigrafe scolpita sotto gli stemmi nobiliari si riferisce al sepolcro di Caterina Spinola, moglie del defunto Annibale De Mari e dei loro eredi. Sulla facciata ci sono altri interessanti e antichi bassorilievi: a destra del portale è visibile quello dell’Annunciazione del primo quarto del secolo XV, ben conservato al centro e nel cartiglio abraso nella figura dell’angelo e nel volto della Madonna: Ancora sulla destra della facciata, sopra gli archetti pensili si legge l’epigrafe della prima metà del 400 con la scritta Terribilis es locus iste la quale ammonisce il fedele a portare rispetto al luogo dove entra. Altre tre iscrizioni propiziatorie in carattere gotico si leggono sulla facciata della chiesa: la prima, sull’estrema destra del portale, porta la scritta elogiativa : Haec Domus Domini firmiter bene fundata, le altre, una all’estrema destra del portale, l’altra in alto a destra rispetto alla cornice di archetti pensili recano rispettivamente i testi: Bene fondata est supra firmam petram, l’altra Nova vetustate frons exornata è preceduta dalla croce a chiave di Pisa e si riferisce a un antico restauro.
L’interno della chiesa è a unica navata e completamente rinnovato in epoca barocca grazie al giuspatronato degli Spinola che a Quarto possedevano cinque ville, alcune delle quali ancora presenti sul territorio. Tra le opere pregevoli esposte si possono notare il quadro di Gian Battista Castello (1557-1629) nell’altare di Santa Brigida (primo a sinistra) raffigurante: Omaggio di potenti della terra a Gesù Bambino, quello del secondo altare di ignoto autore del sec XVIII raffigurante La Madonna della Misericordia, mentre di fronte si trova l’altare barocco della Madonna del Rosario, con statua ottocentesca, i quadretti dei misteri della stessa epoca e l’inconsueto dipinto sulla porticina del tabernacolo che raffigura Gesù Bambino ai piedi della croce mentre strizza vino da grappolo d’uva nel calice sorretto da una figura di donna, con altro personaggio maschile addormentato sulla sinistra. Pregevoli l’altare maggiore, con sculture di angeli, l’antico fonte battesimale, il coro ligneo del Settecento a pannelli scolpiti in forma di diamante e la figura del Battista al centro, la Statua della Madonna della Guardia di Giuseppe Antonio Canepa del 1918, e quella di San Giovanni Battista dello stesso autore, l’affresco di Pietro Arzuffi (1936) nel coro raffigurante San Giovanni Battista che indica il Messia. Infine i due dipinti su tela del primo Novecento in stile floreale attribuiti al sampierdarenese Carlo Orgero raffiguranti rispettivamente l’Assunta e la Madonna del Rosario. Testimonia l’antica origine della chiesa di Quarto l’oratorio di San Bartolomeo all’interno del quale si conserva la statua quattrocentesca di origine toscana del Titolare e la cassa professionale con la decollazione del Battista di Gerolamo del Canto (Sec. XVII)
Prof. Giovanni Meriana